Sisifo, la sanità del futuro? Ospedale a domicilio e partnership avanzata tra strutturepubbliche e private. Bilancio di gruppo approvato a 39 milioni

La sanità del futuro? Ospedale a domicilio e una partnership avanzata tra strutture pubbliche e private che permettano un’assistenza sanitaria accessibile a tutti e in tempi rapidi.

Questo, in buona sostanza, il tema che si è dibattuto in sede di assemblea dei soci del Consorzio di cooperative sociali Sisifo, che qualche giorno fa ha approvato a Catania, in attivo, il bilancio 2023.

Il Consorzio, che da 25 anni nel settore sanitario, con otto centrali operative in altrettante province accreditate, offre oggi in Sicilia oltre 1 milione e 400 mila prestazioni annue con quasi 1500 operatori che ogni giorno si recano nelle famiglie, ha rieletto all’unanimità il presidente Giuseppe Piccolo e i sei componenti del Cda composto da manager come Rosario Alescio – che ricopre il ruolo di amministratore delegato - Cono Galipò, Mimmo Arena, Salvo Calì, Giuseppe Ciccazzo e Luigi Russo.

“Insieme uniti per garantire servizi di eccellenza – ha spiegato l’Ad Rosario Alescio – e accompagnare l’evoluzione dell’erogazione delle cure sanitarie nel nostro Paese che stanno cambiando radicalmente”.

“I sedici soci del Consorzio – aggiunge il presidente Pippo Piccolo – fatturano in gruppo quasi 39 milioni di euro e servono ogni anno oltre 25 mila pazienti.

Utenti e famiglie che vengono accompagnate da professionisti nella gestione della malattia anche attraverso prestazioni ad elevata intensità di prestazione sanitaria (terzo livello)”.

L’ADI, che è il core business di Sisifo, è più in generale la rete integrata dei servizi rivolti ai non autosufficienti e si colloca dunque a pieno titolo nel contesto della medicina del territorio.

“In Sisifo operiamo – spiega il presidente - al fine di evitare il ricorso inappropriato al ricovero in ospedale e per garantire la continuità assistenziale per i dimessi dalle strutture sanitarie con necessità di prosecuzione delle cure; il supporto alla famiglia e il miglioramento della qualità di vita anche nella fase terminale della persona”.

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